Walk of Life - Telethon Catania

Telethon CTCatania, Piazza Università ore 9e30. Una "massa multicolore" di podisti provenienti da tutta la Sicilia ha letteralmente "preso d'assalto" il gonfiabile che è stato circondato a 360 gradi, nessuno vuole rimanere indietro. Io sono immerso in questo scalpitante "gruppone" e sono già sudato per il riscaldamento appena terminato. La giornata per i miei gusti è troppo calda, so già che la temperatura alta mi farà soffrire. Al momento dello "sparo" l'onda d'urto degli oltre 700 tra uomini e donne che schizzano in avanti, fa traballare il gonfiabile. Sono 1400 i piedi che iniziano a calpestare il basolato di Catania, lo faranno per 10000m. C'è subito la caduta di un podista, per fortuna senza conseguenze che ci ricorda quanto sia pericolosa una partenza così compressa in uno spazio molto ristretto.
A meno di 100m dalla partenza c'è già una curva a 90 gradi che conosco bene e il serpentone colorato dei corridori si piega pericolosamente a sinistra. Imbocchiamo la via Vittorio Emanuele, e sempre in materia di sicurezza, dobbiamo fare i conti con il cordolo che separa la corsia preferenziale degli autobus, ci si può semplicemente inciampare e finire a terra, oppure a scelta, prendere una storta alla caviglia ponendovi sopra il piede.
Giungiamo alla svolta di Piazza dei Martiri. All'angolo il bar espone il menù del giorno con una "simpatica" lavagnetta a terra, non abbiamo né tempo né voglia di soffermarci a leggerla, ma messa lì tra i piedi dei podisti finisce con il costituire la boa di riferimento per la svolta e anch'essa così bassa e poco visibile costituisce un pericolo. Nella via Rabbordone il gruppo è ancora fitto e si lotta, sgomitando, per conquistare il centro strada dove una striscia d'asfalto larga meno di un metro, rende la corsa più facile rispetto alle sconnesse e pericolose basole laterali.
In Piazza Gandolfo si svolta per la via Antonino di San Giuliano e tutti cerchiamo di "rubacchiare" qualche metro tagliando in diagonale la piazza. Mi godo l'ombra di quel tratto di strada, poi con due successive svolte siamo nell'assolata via Teatro Massimo sul cui accesso, lateralmente a destra e sinistra sono poste delle pericolose catenelle. Salto letteralmente su una di queste catenelle e sono nella levigatissima strada pedonale che porta al Teatro lirico catanese. Qui capisco quale sia la musica del giorno: un'unica nota di "FA" caldo. Il sole che colpisce le mie spalle me lo ricorda.
Passato il teatro, la via Rapisardi ci riporta nuovamente in via Antonino San Giuliano e dopo circa 300m ai "quattro canti" imbocchiamo la via Etnea. La strada è larga comoda ombrosa ma è lievemente in salita. Siamo nella piazza Stesicoro e un largo tornante ci immette nel tratto più facile del percorso: il lungo rettilineo che ci riporta in Piazza Università.
Terminato il primo giro mi sento più sicuro, ho chiare le idee su quali siano le insidie del percorso. Se all'inizio qualcuno nel passaggio di fronte al duomo, per sentirsi tranquillo si sarà rivolto a Sant'Agata cercando protezione, ora guardando dall'altro lato il Palazzo Comunale, può rammentare ai rappresentanti delle istituzioni le problematiche delle strade di Catania.
Siamo al secondo giro, non ho punti di riferimento né tanto meno "compagni di viaggio". Il fiato ancora non è corto e le gambe reggono abbastanza, ma l'insidia calorica è sempre notevole. Qualche amico che mi sostiene, lungo il percorso c'è sempre ed è così che arrivo a metà gara.
Inizia il terzo giro e con esso comincia la caccia all'acqua. In via Vittorio Emanuele i "volenterosi volontari" un poco sprovveduti, che in un metro di tavolino, avrebbero dovuto soddisfare le esigenze idriche del fiume dei 700 e più podisti, sono stati assaltati e non sono riusciti a soddisfare le richieste di "sete" dei corridori. Nella successiva "oasi" posta in via Rapisardi i podisti predatori hanno lasciato solo il tavolino, perché non era liquido, sul quale si sono seduti i "volenterosi volontari" trasformatisi in spettatori. La forza della disperazione e la gola secca aguzzano l'ingegno. Scruto a terra lungo il percorso, fino a che non scorgo una bottiglietta chiusa e quasi piena, mi fermo l'agguanto e proseguo. Una doccia volante e poi a richiesta la cedo a un anonimo podista che alle mie spalle me ne fa richiesta.
Sono quasi all'ultimo passaggio sotto il gonfiabile e i primissimi mi doppiano ai quattro canti, beati loro, stanno arrivando.
Sono all'ultimo giro. Il calvario podistico iniziato nel tratto in salita della via Etnea prosegue. Sono ben oltre il tempo che mi ero prefissato all'inizio, ma a questo punto voglio arrivare "bene". Mi supera la simpatica Mika Iwaguchi "occhi a mandorla" e tanta simpatia, cerco di seguire la sua scia ma oggi la giapponesina ha una marcia in più. Finalmente sono all'ultimo passaggio in piazza Stesicoro. Progressivamente lungo la lieve discesa finale riacquisto un ritmo accettabile. Sullo sfondo la visione del gonfiabile mi conforta, tagliando il traguardo penso che la missione è compiuta, per me ma soprattutto per TELETHON.
Grazie a tutti.