Ad Enna I Campionati regionali Individuali su pista master 2013

fotoenna13sep08-09Diario della Corsa...sono le 10 e mezza ed è già troppo caldo, lentamente attraverso in diagonale tutto il bel prato verde del campo di gara, dalla zona di arrivo di tutte le gare di corsa al punto prefissato per la partenza dei "miei 5000"; l'erba non è molto curata ma il senso di fresco che emana è gradevole. Sono un po' soprappensiero, cammino guardando le mie gambe e penso, fino quando avranno la forza di condurmi sempre di corsa, nelle salite, nelle discese, nelle campagne, nei centri storici, o

come oggi su piste nuove e perfette, ma a volte anche in quelle un poco malconce o del tutto "scassate"? Non conosco nessuno dei miei avversari di oggi e non me ne importa; forse correrò contro me stesso, cercherò quella capacità di sofferenza tanto necessaria in questo sport masochistico, che mi è forse mancata un poco nelle ultime gare. Faccio ancora qualche passo, sono con la "testa in aria" e d'improvviso incrocio il "Granata", l'Angelo Michele dell'atletica di Sicilia, la sua visione e il suo saluto mi risvegliano giusto in tempo per accorgermi che i giudici stanno annunciando l'ultima chiamata per la mia gara. Affretto il passo e sono in pista insieme a tutti gli altri pronto a misurare le mie energie. Dopo l'appello il giudice fa alcune doverose precisazioni, poi ci posizioniamo ad arco sulla curva linea di partenza e c'è il pronti... via.

Immediatamente si forma un veloce treno di testa, una sorta di Freccia Rossa che non corre su binari ma su di una più morbida pista di atletica. Questo treno non fa fermate e se qualche passeggero vuol scendere è libero di farlo, non deve lanciarsi dal finestrino... basta fermarsi e farsi da parte, ma nessuno lo farà, tutti vogliono arrivare alla stazione posta sul traguardo.
Io non ho il biglietto per questo genere di treno super veloce, ho solo un biglietto di terza classe per un vecchio treno con una locomotiva che sbuffa. Ed è proprio alla testa di questo treno che conduco la mia gara, la Freccia Rossa lasciamola a chi se la può permettere. Dopo il primo giro comincio a essere tallonato da un altro "passeggero" del mio treno che mi propone un alleanza del tipo "tiro io – tiri tu", non sono molto bravo in questo genere di cooperazioni, mi infastidisce l'avversario subito di fronte o d'appresso, e dopo un poco il mio mancato alleato allunga il passo e se ne và.
I giri si susseguono, ne sono in programma 12 e mezzo, la temperatura è abbastanza elevata e il "rinfresco" ai "200" della pista è piacevole, chiudo il primo chilometro con un 4' netto, forse troppo veloce per me, ma la gara scorre apparentemente facile. Al "rinfresco" si pone "nientepopodimenochè" il Vito Massimo Catania che siamo abituati a vedere trionfare su tanti traguardi e che abbiamo visto vincere la prima batteria dei "5000". Quando Vito a bordo pista mi porge il bicchiere con l'acqua, penso che sia un poco come se Papa Francesco facesse da chierichetto, servendo la messa all'ultimo dei parroci e ne sono onorato.
La gara prosegue e qualche passeggero del Freccia Rossa mi doppia, l'avevo messo in conto e non me ne preoccupo più di tanto. Dopo il primo chilometro troppo lanciato, proseguo con una velocità più adatta alle mie attuali possibilità, ed anche quando vengo superato da una femminuccia, forse l'unica della batteria, resisto al suo "fascino" e non la rincorro.
Al 7° passaggio sul traguardo c'è molta confusione, sono doppiato ma a mia volta ho doppiato altri, i giudici miracolosamente distinguono tutto e tutti, sento chiamare il mio pettorale, il 675, e sono tranquillo che il mio passaggio sia stato registrato.
Superata la metà della gara, inizio una sorta di countdown ogni qualvolta passo di fronte al giudice che con il suo "preistorico" ma efficientissimo contagiri segna i giri mancanti all'arrivo. Sono nel 4° chilometro e la fatica si fa sentire, il caldo non aiuta certamente noi concorrenti, ma questa modernissima struttura di Enna è priva dell'impianto per l'aria condizionata e ci dobbiamo accontentare della ventilazione naturale e della frescura emanata dai pochi alberi che la circondano.
Le gambe "girano" sempre più lentamente, ma la mente nonostante la fatica è ancora lucida, leggo sul mio cronometro nitidamente il passaggio al 4° Km in 17'01", un tempo che non interessa nessuno, (il primo della batteria è gia sotto la doccia), ma per me significa sicuramente migliorare la prestazione 2012, una sorta di "ringiovanimento senile" che mi conforta. Vorrei seguire sul cronometro i passaggi intermedi dell'ultimo chilometro ma a questo punto, mentre le gambe risorgono in un ultimo giro in progressione, la mente appannata cerca soltanto la linea di arrivo che sancisca la fine della gara. Ai "150" accenno una "volata" su "nessuno", taglio il traguardo e finalmente anche per me il giudice pronuncia la parola "arrivo".
...sono le 12 e mezza, mi godo ancora una volta il bel prato verde e morbido, questa volta sono sdraiato, stanco e soddisfatto. Ci vediamo alla prossima fatica.

Remigio Di Benedetto
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