Mennea day, Gran Premio del Sole e il "5000" con la luna

MenneadayGiovedì 12 Settembre, anche a Misterbianco, come in moltissime città d'Italia, si è celebrato il "Mennea Day", nel ricordo del campione barlettano. La manifestazione si è innestata perfettamente con la seconda giornata del "nostro " "Gran Premio del Sole", ma il disco solare è stato presente solo nel nome dell'avvenimento. Per ironia della sorte, infatti, nella prima giornata una nuvola di

"origine fantozziana" aveva giocato a nascondino con il globo che ci illumina e aveva reso difficile la vita agli atleti, nella seconda giornate di gare, invece, un'intensa copertura nuvolosa ha oscurato quasi perennemente il sole.
Mentre sono in attesa del mio "solito 5000", mi godo lo spettacolo che offre il "Mennea Day" con la sua passerella di velocisti grandi e piccoli. Nelle numerose batterie dei 200m, vedo sfrecciare atleti già "pensionati" come Alessandro Cavallaro che con un lentissimo 25"00 viene battuto dall'emergente Gianpaolo Ippolito che in 22"87 risulta il "velocista più veloce" tra tutti gli atleti che si presentano sui blocchi di partenza. I partecipanti sono oltre 60, con grande gioia per Michelangelo Granata che come starter, nel susseguirsi delle batterie, si dimostra un vero e proprio "pistolero" degno del miglior western all'italiana.
C'è anche la marcia, una 5 Km che in un "lampo" è regolata "dall'eterno" Walter Arena. Alla soglia dei 50 anni il marciatore catanese cerca avversari master in grado di batterlo o almeno di impensierirlo. Lentamente tra un salto in lungo e uno in alto scorrono le ore, il programma delle gare è in forte ritardo. Si susseguono le batterie degli 800m e dei 1500m. Tra gli altri vedo l'amico Santi Caniglia velocista in gioventù, mezzofondista nella maturità, che con le sue 65 primavere si "lamenta" insoddisfatto del 5'30" ottenuto nella batteria dei 1500m. Negli 800m è invece l'amico Salvo La Iacona che si sacrifica chiudendo la fila di una batteria dove è l'unico a rappresentare la "maturità".
Il tempo scorre e inizio a capire che il mio "5000", ultima gara in programma, si disputerà con la luce artificiale. Sono quasi le 19 e il sole fa "capolino" fra le nuvole per avvertirci che se ne sta andando a dormire perché è stanco e non può più intrattenersi per illuminarci. Con il passare dei minuti però non vediamo accendersi le grosse lampade che sovrastano il campo d'atletica, forse il comune non ha pagato la bolletta o forse in tempi di spending review si limitano i consumi. Sta di fatto che nella semioscurità si compongono le batterie. Nella prima vengono fatti confluire tutti i giovani e sulla linea di partenza svetta nel buio una sola testa di color bianco, quasi fosforescente, è Santo Vazzano, pasticciere clarentino, a dimostrare che la saggezza e l'esperienza possono affiancarsi all'energia della gioventù.
La prima batteria spicca finalmente il volo. Io naturalmente sono assegnato alla seconda, riservata ad "anziani e lenti" per bontà del Consigliere FIDAL Raimondo Lizzio. Nell'attesa osservo, nell'oscurità oramai piena, questi giovani simili a razzi, roteare sulla pista; la velocità in testa al gruppo è sotto i 3' a chilometro. Nel buio si ascoltano le incredibili urla di incitamento da parte degli allenatori. Sono Enrico Pafumi e Salvatore Pisana che gridano in modo paurosamente assurdo incitando i propri atleti e scandendo i tempi di passaggio; dal condominio di fronte lo stadio qualcuno si affaccia allarmato e chiede spiegazioni.. La batteria si conclude con la vittoria di Giuseppe Gerratana da Modica in 14'38", davanti al calatino Alessandro Gulizia da Caltagirone in 14'41".
E' il mio turno. Il buio è profondo e persa l'ultima speranza di usufruire delle luci artificiali, ci schieriamo sulla linea di partenza. Capiamo che il Gran Premio del Sole si conclude al Chiaro di Luna. L'appello si fa, in assenza di candele, con la luce di un telefonino. Ci siamo tutti e c'è la proposta, subito bocciata, di correre tutti compatti lasciandoci guidare da qualcuno che conosca "bene" la strada. Michelangelo si esibisce nell'ultimo colpo di pistola della giornata, degno del celebre film "Mezzogiorno di fuoco", ma qui a dire il vero è quasi a Mezzanotte.
Anche la nostra batteria, nonostante l'età media, parte con discreta velocità, la prima curva è affrontata con decisione, non sono presenti donne, peccato, nell'oscurità... magari.... Al primo passaggio sul traguardo, ben illuminato, osserviamo la buona visibilità del contagiri "elettronico a manovella", poi si piomba nel buio fitto. Non ho allenatori che mi spronino o mi scandiscano i tempi di passaggio, ma qualche amico a bordo pista che mi incita c'è sempre e nell'oscurità ogni tanto intravedo anche il tempo sul mio cronometro. Siamo svantaggiati da quella che potremmo definire con una metafora "scarsa visibilità", ma con l'ora tarda la temperatura si è abbassata e sentiamo in misura minore la fatica. I giri scorrono veloci, supero in doppiaggio l'amico Michelangelo Testa, con la sua andatura "tranquilla e rilassata", poi è la volta di Franco Scarcipino, il più anziano, che spero non si perda nell'oscurità, anch'io vengo a mia volta doppiato dal battistrada. Sento "l'odore" del traguardo avvicinarsi, l'ultimo mezzo giro lo percorro seguendo con lo sguardo la luce posta sul traguardo come chi, persosi nel bosco, ritrova finalmente la strada del ritorno.
La fatica si conclude, nessun danno nonostante la "scarsa visibilità", ma ringraziando tutti coloro che si sono adoperati per la riuscita della manifestazione, (compresi i guardiani dell'impianto che pazientemente hanno atteso la fine della manifestazione), mi auguro che la prossima volta tutto si svolga alla.... luce del Sole.